Scritto da OtoRinoLaringoiatri Associati - dott. f. mancini, dott.ssa m. sacchi. Pubblicato in Archivio Scientifico
OtoRinoLaringoiatri Associati - dott. Fernando Mancini, Dott.ssa Manuela Sacchi
LO STUDIO E' APERTO !!!
SONO POSSIBILI CONSULENZE TELEFONICHE
e abbiamo attivato consulenze in videoconferenza
per informazioni telefonate
ai n. 011 508 9275 e 011 7641996
mattino: ore 9:00-12,30 da lunedì a venerdì pomeriggio: 15:00-17:30 da lunedì a giovedì
In questo periodo di Emergenza Sanitaria lo STUDIO OTORINOLARINGOIATRI ASSOCIATI è aperto con modalità particolari.
Al fine di poter raggiungere questi obiettivi, abbiamo necessità della Vostra massima collaborazione. Vi chiederemo quindi di attenervi scrupolosamente alle seguenti regole:
Al ricevimento della prenotazione di una visita verranno inviate al paziente per via telematica:
la scheda di triage
una scheda informativa sul rischio di contrarre la malattia COVID-19
Le schede dovranno essere compilate dal paziente e consegnate in segreteria all’ingresso in studio,
I pazienti che accedono allo studio dovranno
presentarsi da soli, gli accompagnatori non saranno ammessi nello studio se non nel caso di minori o persone non autosufficienti o con ridotta mobilità
sottoporsi alla misurazione della temperatura
procedere alla disinfezione delle mani con gli appositi disinfettanti
riporre borse, zaini e la documentazione clinica in loro possesso in un apposito sacchetto da eliminare all’uscita
indossare guanti e mascherine che saranno forniti dallo studio, qualora ne fossero sprovvisti
la disinfezione delle mani è obbligatoria anche per chi si presentasse indossando guanti e mascherine personali
dovranno consegnare le schede loro fornite per via telematica compilate e firmate oppure compilarle durante l’attesa per la visita
la scheda anamnestica di triage contiene domande specifiche relative alla presenza, nei 15 gg. precedenti l’accesso allo studio, di sintomi che sono stati considerati possibile sospetto di malattia da COVID19 e di patologie che comportino aumento del rischio in caso di infezione (cfr. allegato)
l’Informativa sul rischio di infezione contiene anche la seguente avvertenza: SI RICORDA CHE NESSUNA DELLE MISURE DI PREVENZIONE MESSE IN ATTO NEL NOSTRO STUDIO GARANTISCE LA CERTEZZA DI NON ESSERE INFETTATI DAL VIRUS DEL COVID-19. L’ESECUZIONE DI UNA VISITA COSTITUISCE IMPLICITA ACCETTAZIONE DEL RISCHIO DI INFEZIONE
In caso di risposte positive nella scheda di triage i pazienti non potranno essere ammessi nello studio se non dopo un colloquio con il proprio specialista di riferimento
si atterranno alle regole di distanziamento che prevedono limitazione dei posti disponibili in sala d’attesa appositamente segnalate, la dilatazione degli intervalli tra gli appuntamenti e la sistemazione in diverse stanze adibite all’attesa o alle visite, in caso di più presenze contemporanee
Il personale dello studio vi darà tutte le indicazioni sulle nuove normative igienico-sanitarie a cui attenersi all’interno della struttura
le pratiche amministrative, la firma del consenso al trattamento dei dati personali e la fatturazione saranno completate nei limiti del possibile per via telematica
SEGRETERIA: tel: 011 5089275 - 011 764 1996 La segreteria è funzionante con telelavoro. La nostra Direttrice, Andrea Grosso, risponde alle chiamate dei pazienti dal proprio domicilio con il seguente orario: dal LUNEDI' al GIOVEDI' ore 9:00-12:30 e 15:00-17:30, VENERDI' 9:00-12:30
Gli appuntamenti verranno dilazionati per garantire la presenza del minor numero possibile di pazienti in sala d'attesa. I pazienti sono pregati di venire alla visita accompagnati al massimo da una persona o da un solo genitore. Si consiglia di non farsi accompagnare da bambini che non siano da visitare
I Pagamenti potranno avvenire solo tramite contanti assegno bonifico bancario POS Vi ricordiamo per altro che l'obbligo di tracciabilità dei pagamenti per le visite mediche decorrerà dal 1° aprile 2020 salvo proroghe
URGENZE E COMUNICAZIONI Al di fuori degli orari di Segreteria, Il Dott. Mancini e la Dott.ssa Sacchi saranno raggiungibili via email all'indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Lo Smog ci opprime: difendiamoci con i lavaggi nasali
Lo smog ed in particolare l’inquinamento da polveri sottili (PM è l’acronimo in inglese) causa importanti danni alla salute: nella sola Italia si è calcolato che 70 mila morti sono dovute a questo problema e nel mondo oltre 10 milioni.
Gli effetti maggiori si vedono sulle vie respiratorie poiché questa è la via di ingresso delle polveri sottili, ma possono produrre malattia anche all’apparato urinario ed al cuore, tumori del sangue ed alterazioni genetiche.
Considerando le vie respiratorie, le polveri a dimensione maggiore (PM 10) causano infiammazione acuta e cronica e patologia delle alte vie respiratorie perché si depositano in fretta all’imbocco dell’albero respiratorio. Si manifestano così riniti, sinusiti, faringiti, laringiti e tracheiti, allergie. Non è da trascurare il fatto che l’infiammazione cronica faciliti l’ingresso e la crescita di virus e di batteri nelle zone interessate.
Le polveri a dimensione più piccola (PM 2,5) arrivano invece nei bronchi e nei polmoni e da qui alla circolazione sanguigna producendo danno a tutto l’organismo come detto prima.
Naturalmente la prima difesa è rappresentata dal controllo della emissione delle PM nell’aria, il cui responsabile maggiore è il riscaldamento domestico e l’industria.
Il ruolo delle automobili e degli altri mezzi di trasporto è minore (30%) ma un ruolo importante dei veicoli su strada è quello di far sollevare le polveri dall’asfalto, dove si depositano in condizioni di assenza di traffico, e di disperderle nell’aria.
Alcune abitudini come areare la casa nei momenti di scarso traffico o evitare di svolgere attività fisica all’aperto in città possono rappresentare uno strumento di difesa.
Il ruolo dei lavaggi nasali è altrettanto importante: una semplice abitudine facile da effettuare e non fastidiosa, se eseguita correttamente, ha la funzione fondamentale di rimuovere il muco nasale e con esso tutte le sostanze che vi si trovano: polveri, allergeni, virus e batteri.
Non dimentichiamo che il muco, se non rimosso, scende in faringe poi viene deglutito portando con sé tutte le sostanze nocive che contiene anche nell’apparato digestivo (esofago, stomaco, intestino).
Secondo le linee guida internazionali, i lavaggi nasali devono essere effettuati con soluzioni saline ipertoniche, a pressione elevata ed in grande quantità (250 ml per lato).
Oggi esistono in commercio strumenti meccanici che consentono una corretta esecuzione del lavaggio e, secondo l’opinione di chi li utilizza, creano una vera “dipendenza” per il beneficio immediato che producono e per il benessere del naso e dei seni paranasali nell’uso abitudinario.
In attesa che le normative ambientali portino un miglioramento della nostra aria, affidiamoci a rimedi che possiamo applicare subito per migliorare la nostra salute e prevenire malattie croniche anche gravi.
Scritto da OtoRinoLaringoiatri Associati - dott. f. mancini, dott.ssa m. sacchi. Pubblicato in Naso
Povidone-Iodine (Betadine) Antisettico Nasale per la Rapida Inattivazione del SARS-CoV-19
Un interessante studio è stato pubblicato a fine settembre 2020 su JAMA Otolaryngology-Head & Neck Surgery una delle più prestigiose riviste otorinolaringoiatriche con alto impact factor (valenza scientifica della rivista). E’ stata studiate l’efficacia sul virus SARS-CoV-2 del Povidone-iodine, disinfettante per la pelle e le mucose universalmente utilizzato da anni sia in sala operatoria che a casa e noto per la sua sicurezza e tossicità pressochè nulla.
E’ risultato che anche a basse concentrazioni (0,5%-1,5% e 5%) questo prodotto ha una straordinaria efficacia nell’inattivare rapidamente (15 secondi) il virus del COVID-19 con capacità perfino superiori a quelle dell’alcool etilico al 70% (il prodotto di base per i gel disinfettanti che tutti utilizziamo in questo periodo per le mani). Non solo, è stato testato uno spray nasale all’1,25% che nello studio in vitro ha agito meglio dei comuni prodotti utilizzati in laboratorio per i test di inibizione virale.
I medici ed i ricercatori dell’Università del Conneticut e del laboratorio di virologia dell’Università dello Utah, autori dell’articolo, hanno suggerito uno spray nasale con una soluzione all’1,25% di Povidone-Iodine 4 volte al giorno ogni 4 ore per la prevenzione dell’infezione del personale sanitario di reparti COVID con risultati promettenti.
Ci vogliono studi clinici, attualmente in corso, per validare l’uso su larga scala di questo preparato.Nella nostra specialità, per altro, da anni utilizziamo con beneficio soluzioni diluite di questo disinfettante per il lavaggio nasale di pazienti sofferenti di sinusite cronica e/o operati al naso ed ai seni paranasali senza aver mai riscontrato effetti collaterali o danni locali.
Anche se la sperimentazione ha dimostrato che l’assorbimento dello iodio, che è il componente base di questo prodotto, è scarsamente significativo anche a lungo termine, la somministrazione di questo prodotto in pazienti con disfunzioni tiroidee note deve essere evitata.
Vi sono poi alcune perplessità sulla stabilità di soluzioni diluite con i prodotti commerciali e suggeriscono di preparare quotidianamente una nuova soluzione e di conservarla al fresco dopo l’uso.
Razionale:
e’ stato dimostrato (Hou, Okuda. Edwards et al, 2020) che il virus del COVID-19 inizialmente infetta le cellule ciliate della mucosa nasale e che questo rappresenterebbe il sito dominante dell’infezione. Il virus quindi, con un meccanismo di microaspirazione, diffonderebbe progressivamente attraverso l’asse orofaringeo verso le vie respiratorie fino ai polmoni provocando la caratteristica polmonite. La gravità delle diverse manifestazioni cliniche dell’infezione da COVID-19 sembrerebbe proporzionale alla diffusione virale dal naso alle vie respiratorie inferiori. Per questo, l’inattivazione virale a livello del naso potrebbe non solo ridurre il rischio di trasmissione dell’infezione tra persone ma anche diminuire la gravità della malattia riducendo la carica virale trasmessa ai polmoni. Gli spray nasali a base di Povidone-Iodine potrebbero aggiungersi all’uso delle mascherine facciali come ulteriore mezzo di mitigazione e prevenzione della diffusione virale su larga scala.
Tratto da:
Frank S.,MD, Brown S.M., MD, Capriotti J.A, MD et al. Jama Otolaryngology-Head & Neck Surgery, doi:10100/jamaoto. 2020.3053. Published online September 17, 2020
Sulla base di questa esperienza noi suggeriamo l’uso di uno preparazione all’1,25% così composta
Betadine, soluzione al 10% 1 parte
Soluzione fisiologica o acqua corrente 8 parti
Si può utilizzare la soluzione con
il flaconcino di uno spray nasale: applicare 2-3 puff per narice mattino e sera e aspirare profondamente dal naso dopo l’applicazione. Non soffiare il naso per almeno 1 minuto
una peretta o una siringa per irrigazione nasale almeno una volta al giorno
apparati per irrigazione nasale (NetiPot, SinH2O washer, ecc): irrigare con la soluzione ciascuna narice per almeno 15”-20” secondo le modalità suggerite per lo specifico apparato
Si consiglia di preparare ogni giorno una nuova soluzione
Da non usare in caso di malattie della tiroide e in caso di allergia a iodio
Scritto da OtoRinoLaringoiatri Associati - dott. f. mancini, dott.ssa m. sacchi. Pubblicato in Naso
Un importante articolo pubblicato su The Lancet a settembre 2019, riporta i risultati di 2 studi internazionali che hanno incluso oltre 2500 pazienti affetti da poliposi nasale e rinosinusite cronica (CRSwNP) resistenti ai trattamenti cortisonici e alle terapie chirugiche o a entrambi, trattati con un farmaco biologico il DUPILUMAB. Questo anticorpo monoclonale umano si è già dimostrato efficace nei pazienti affetti da asma e dermatite atopica perchè inibisce la produzione delle interleuchine 3 e 4, agenti che favoriscono lo stato di infiammazione cronica presente in questi pazienti.
Nei pazienti con rinosinusite cronica e polipi nasali, Il DUPILUMAB ha ottenuto una significativa riduzione della dimensione dei polipi nasali, della sofferenza sinusale valutata radiologicamente e dei sintomi della malattia ed il suo uso è raccomandto per pazienti con poche alternative terapeutiche efficaci.
L'uso di questo anticorpo con l'indicazione specifica per la rinosinusite cronica con polipi resistente alle terapie tradizionali è già stato approvato dalla FDA americana e dalle istituzioni di molti paesi europei e se ne attende l'approvazione specifica anche in Italia.
Scritto da OtoRinoLaringoiatri Associati. Pubblicato in Naso
Terapia Medica della Sinusite Cronica degli Adulti. Una Revisione Sistematica della letteratura
Luke Rudmik et al. Jama 2015;314 (9):926-939 – Clinical Review & Education
La rinosinusite cronica è definita come un'infiammazione delle cavità nasali e sinusali persistente per più di 3 mesi (tab 1). La sua incidenza è in aumento come quella di tutte le patologie delle vie aeree che colpiscono ormai quasi un terzo della popolazione e si associa ad una riduzione della qualità della vita, della produttività e della qualità del sonno oltre che ad elevati costi sociali.
Numerosi sono i presidi terapeutici suggeriti in letteratura (tab 2) ed una revisione dei dati pubblicati sulla reale utilità di ogni singolo farmaco per la terapia e la prevenzione delle riacutizzazioni è indispensabile per districarsi in un tale labirinto e poter consigliare la terapia più indicata al minor costo biologico e sociale.
La revisione di 29 studi per un totale di 5181 pazienti ha evidenziato come
nella prevenzione della riacutizzazione trovino indicazione l’utilizzo quotidiano e a lungo termine di:
steroidi topici
lavaggi nasali ad alto volume (>100 ml)
omalizumab se polipi
nella terapia delle riacutizzazioni trovino indicazione
nella poliposi
steroidi sistemici (14-21 giorni)
antibiotici a breve termine (21 giorni)
nella sinusite senza polipi
antibiotici a lungo ternime (3 mesi)
steroidi sistemici (14-21 giorni)
La Diagnosi
I criteri diagnostici riconosciuti per la rinosinusite cronica sono:
la presenza di almeno 2 dei seguenti sintomi evidenti da almeno 3 mesi:
ostruzione nasale
pressione facciale o la sensazione di pienezza
rinorrea (anteriore o posteriore)
diminuzione dell'olfatto
concomitante presenza di almeno 1 dei seguenti segni di infiammazione:
polipi nasali
edema o pus nel meato medio
TAC positiva per infiammazione
Terapia presente in letteratura
I presidi terapeutici proposti in letteratura per la terapia della rinosinusite cronica sono:
steroidi topici irrigazioni con alto volume (> 100 ml) di soluzione salina
antagonisti dei leucotrieni (montelukast)
immunoterapia specifica (ITS) in caso di allergia dimostrata
steroidi sistemici
antibiotici short-term (3 settimane): doxiciclina
antibiotici long-term (3 mesi): macrolidi
immunoterapia con anticorpi monoclonali (omalizumab et al.)
antibiotici o antifungini topici (mupirocina, anfotericina B)
Conclusioni dell’articolo:
Evidence supports daily high-volumesaline irrigation with topical corticosteroid therapy as a first-line therapy for chronic sinusitis.
A short course of systemic corticosteroids (1-3weeks), short course ofdoxycycline (3weeks), or a leukotriene antagonistmay be considered in patients with nasal polyps.
A prolonged course (3 months) of macrolide antibiotic may be considered for patients without polyps
Scritto da OtoRinoLaringoiatri Associati. Pubblicato in Naso
I LAVAGGI NASALI: DALLA PRATICA EMPIRICA ALLA MEDICINA DELL’EVIDENZA
Estratto da: P.L.Bastier et al. Eur Ann Otorhinolaryngol Head Neck Dis.2015 Nov;132(5):281-5
Le irrigazioni nasali svolgono un ruolo riconosciuto e non trascurabile nel trattamento di numerose patologie nasosinusali e nella medicazione postoperatoria di tali patologie. Questa revisione della letteratura si propone di valutare, seguendo la evidence-based medicine, le indicazioni e le modalità di utilizzo per ottimizzarne l’efficacia.
Metodi d’irrigazione
L’analisi della letteratura evidenzia come, benchè non vi sia ad oggi consenso univoco sul metodo da utilizzare per l’irrigazione al fine di raggiungere tutte la cavità paranasali, sia preferibile:
- l’irrigazione a pressione positiva piuttosto che a pressione negativa (aspirazione) o la nebulizzazione
- la somministrazione di volumi di soluzione grandi (almeno 150 cc)
- l’uso di un adattatore per sigillare la narice attraverso cui si esegue il lavaggio ed così evitare o minimizzare il reflusso
- l’utilizzo di un apparecchio a tenuta che impedisca il reflusso al suo interno di soluzione già erogata per evitare la contaminazione della soluzione stessa, in plastica lavabile e adatta al microonde e che eroghi circa 5ml/s di salina.
Composizione della soluzione
Dalla letteratura non sempre è possibile risalire alla composizione delle soluzione erogate con poche eccezioni, tuttavia si è osservato come la migliore efficacia si ottenga con l’uso di soluzioni simili all’acqua marina e cioè:
- soluzioni ricche in ioni calcio e povere in sodio poiché aumentano e migliorano i movimenti delle cellule ciliate dell’epitelio nasosinusale
- soluzioni ricche di magnesio che ha un ruolo antinfiammatorio riducendo la produzione dei mediatori implicati nell’allergia e l’apoptosi delle cellule ciliate che si verifica in corso di infiammazione
- soluzioni tamponate con bicarbonato che mantenendo il ph lievemente alcalino riduce la viscosità del muco
Vantaggi clinici dei lavaggi con soluzione tipo acqua marina
La letteratura esaminata evidenzia come i lavaggi nasali con soluzione salina
- nella rinite allergica hanno migliorato la sintomatologia della popolazione pediatrica riducendo la necessità di utilizzare antistaminici e cortisonici.
- nella sinusite cronica allergica e non allergica hanno migliorato la sintomatologia in manuera significativamnete più consistente dell’uso di steroidi ed antistaminici senza lavaggi.
- nell’oculorinite allergica lieve o moderata sono risultati efficaci nel controllare i sintomi al pari degli antistaminici o degli steroidici topici.
- nella rinite acuta ricorrente dei bambini hanno ridotto il numero di episodi, minimizzando anche la necessità di terapia farmacologica ed eventuali complicazioni
- nella sinusite acuta hanno accellerato la guarigione quando associati alla terapia standard
- nel postoperatorio di qualsiasi intervento nasosinusale hanno dimostrato una irrinunciabile efficacia nell’accellerare la guarigione rimuovendo croste, muco e fibrina.
Scritto da OtoRinoLaringoiatri Associati. Pubblicato in Naso
L’ostruzione respiratoria nasale, ossia la difficoltà a respirare per via nasale, è il primo sintomo e quello principale di tutta la patologia nasosinusale. Essa è dovuta ad edema (gonfiore) e/o ipertrofia (aumento delle dimensioni) del rivestimento mucoso del naso, soprattutto a livello dei turbinati. La sua comparsa, graduale o improvvisa, ed eventuali altri sintomi associati caratterizzano le diverse patologie e possono indirizzare la diagnosi. Gli altri sintomi tipici della patologia naso sinusale sono: rinorrea (cioè produzione di muco), starnutazione, iposmia (riduzione dell’olfatto), senso di peso facciale e, contrariamente a quanto si crede, più raramente cefalea vera e propria....
Scritto da OtoRinoLaringoiatri Associati. Pubblicato in Naso
Nella millenaria pratica Yoga una corretta respirazione è fondamentale per bilanciare i due canali positivo (Pingala nadi) e negativo (Ida nadi) che si aprono rispettivamente nella narice destra ed in quella sinistra. Attraverso questi due canali fluisce il Prana cioè l’energia vitale. Pertanto le irrigazioni per ottenere una buona pulizia del naso sono presupposto di ogni esercizio di rilassamento e coloro che si avvicinano a questa pratica affermano di avvertire un miglioramento del senso del gusto e dell’olfatto...
Scritto da OtoRinoLaringoiatri Associati . Pubblicato in Naso
L'Endoscopia ?
La chirurgia del naso e dei seni paranasali si confronta con il problema dell’abbondante sanguinamento che caratterizza queste strutture soprattutto in presenza di stati di infiammazione cronica come le riniti allergiche, le sinusiti croniche, i polipi nasali. Per prevenire eventuali emorragie post-operatorie il chirurgo è sempre stato costretto a utilizzare il tamponamento nasale ...
Scritto da OtoRinoLaringoiatri Associati - dott. f. mancini, dott.ssa m. sacchi. Pubblicato in Disturbi del Sonno
Rapporto fra i disturbi respiratori nel sonno e risultati scolastici scadenti nei bambini.
Uno studio neozelandese pubblicato nel 2020 sulla autorevole rivista Sleep Medicine ha studiato in 1205 bambini tra i 6 e i 10 anni la relazione tra i disturbi della respirazione nel sonno e il loro rendimento scolastico in materie come la lettura, la produzione scritta e la matematica.
I disturbi della respirazione notturni comprendevano: russamento frequente e rumoroso, sonno agitato, frequenti risvegli, affanno, posizioni nel sonno insolite, sudorazione abbondante nel sonno, enuresi notturna. I sintomi diurni: disattenzione, difficoltà di concentrazione, problemi di comportamento e alterazioni dell’umore, mal di testa mattutino, stanchezza e sonnolenza durante la giornata.
Il rendimento scolastico è stato riportato dai genitori e confrontato con quello riferito dagli insegnanti.
I risultati hanno dimostrato come i bambini fra i 6 e i 10 anni con disturbi della respirazione nel sonno hanno più del doppio di possibilità di avere risultati scolastici scadenti soprattutto se maschi e sovrappeso, entrambi fattori che influiscono e peggiorano i disturbi respiratori nel sonno.
Gli autori concludono sottolineando come sia importante da una parte che i genitori e degli insegnanti valutino con attenzione tutte le manifestazioni sia notturne che diurne dei disturbi ostruttivi della respirazione nel sonno e che dall’altra i bambini possano accedere precocemente alla diagnosi e terapia di questi disturbi per migliorare la loro salute e per abbattere le barriere verso un proficuo apprendimento ed il successo scolastico.
Gli autori sottolineano infine come in questi bambini la semplice adenotonsillectomia, che è la terapia per l’OSAS pediatrica, e l’eventuale controllo del peso possano produrre un rapido miglioramento del rendimento scolastico già dal primo anno dopo l’intervento.
Scritto da OtoRinoLaringoiatri Associati - dott. f. mancini, dott.ssa m. sacchi. Pubblicato in Disturbi del Sonno
A causa dell'emergenza sanitaria l'iniziativa è rinviata a data da definirsi
Vi comunicheremo la nuova data
Il 12 marzo l'Organizzazione Mondiale della Sanità celebra la GIORNATA MONDIALE DEL SONNO 2020 voluta dalla World Sleep Society
OtoRnoLaringoiatri Associati aderiscono a questa importante iniziativa volta a sensibilizzare la popolazione sull'importanza dei disturbi del sonno e sugli effetti che queste patologie, spesso sottovalutate, hanno sulla salute e sulla qualità della vita di chi ne soffre.
Si calcola che l'incidenza della sindrome delle apnee del sonno nella popolazione possa arrivare fino al 17% includendo anche le forme lievi di malattie e che sia due volte più comune nei maschi rispetto alle femmine.Il richio più grave è chep più del 75% dei pazienti che ne sono affetti non viene diagnosticato. L'OSAS è più frequente nei soggetti sovrappeso, nelle donne dopo la menopausa e può colpire anche il 2% dei bambini
L'ìipertensione instabile, il diabete, il rischio di incidenti cardiovascolari come l'infarto e l'ictus, la frequenza di colpi di sonno alla guida sono solo alcune della malattie correlate aila presenza di russamento con apnee notturne.
La maggior parte dei disturbi del sonno origina da una ostruzione delle vie aeree superiori. Insieme alla visita otorinolaringoiatrica che include una faringo-laringoscopia con fibre ottiche, la compilazione di brevi e semplici test consentono di individuare i soggetti a rischio che necessitano di studi più approfonditi e di una polisonnografia.
Non si deve dimenticare che oggi la sindrome delle apnee del sonno è fonte di limitazioni nel rilascio della patente di guida perchè è accertato che un'alta percentuale di incidenti stradali gravi sono conseguenza di colpi di sonno improvvisi ed imprevedibili per il conducente di mezzi di trasporto
QUESTA INIZIATIVA NON HA RICEVUTO ALCUN SUPPORTO ECONOMICO DA PARTE DI AZIENDE O CASE FARMACEUTICHE
Scritto da OtoRinoLaringoiatri Associati. Pubblicato in Disturbi del Sonno
Direttive Europee sui disturbi ostruttivi del sonno (OSAS)
L’eccessiva sonnolenza diurna è definita come
“Necessità di dormire irresistibile, non desiderata, non procrastinabile, inappropriata e persistente nelle ore diurne" La sonnolenza è il sintomo più invalidante dei disturbi ostruttivi del sonno (OSAS) che nella popolazione maschile sopra i 50 anni interessano una persona su 5. Nel 2014 L’Unione Europea ha emanato una direttiva sulla sicurezza dei trasporti in cui la sonnolenza è stata aggiunta alle malattie neurologiche già considerate fattore di rischio primario per incidenti stradali, richiedendo l’adeguamento degli Stati membri entro il 1-1-2016. In parole povere ciò significa che molto presto nel rinnovo delle patenti e soprattutto per quelle riservate alle categorie speciali (autisti, autisti pubblici, ecc.) sarà richiesta la valutazione dei disturbi del sonno Nel Novembre 2014 l’Italia ha recepito questo invito ed il Ministero della Salute ha istituito un Tavolo di esperti per produrre un Documento di Indirizzo sulla prevenzione e la diagnosi dell’OSAS, con particolare riguardo alla valutazione della sonnolenza. I risultati dei lavori saranno oggetto di un Decreto Legge attuativo che verrà presentato alle Regioni il 26 gennaio 2016.
Considerato che in Italia ogni anno si rinnovano 5 milioni di patenti e ricordando la prevalenza dell’OSAS negli over 50, si comprende la necessità di avere centri specialistici di riferimento locali cui rivolgersi per la valutazione della sonnolenza e la sua prevenzione in corso di rinnovo delle patenti di guida.
CENTRO PRIVATO PER LO STUDIO E CURA DELLE MALATTIE DEL SONNO
Somnolab
Somnolab offre tutti gli strumenti utili a diagnosticare la patologia del sonno
poligrafia (registrazione notturna del sonno) ambulatoriale
sleep endoscopy con registrazione poligrafica
chirurgia della roncopatia e dell’OSAS
applicazione e set-up di CPAP
consulenze specialistiche per tutte le specialità interessate
Contattateci!!! telefono: 011 764 19 96 – 011 508 92 75 email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Scritto da OtoRinoLaringoiatri Associati. Pubblicato in Disturbi del Sonno
Il colpo di sonno
le palpebre diventano pesanti
è difficile tenere gli occhi aperti
si sbadiglia frequentemente
la testa ciondola
si sposta il busto e si cambia frequentemente posizione
non si ricorda cosa è successo negli ultimi chilometri
non ci si accorge di aver fatto l'ultimo pezzo di strada
è difficile concentrarsi
ci si gratta la testa, le guance, le braccia
non si riesce a mantenere una velocità costante
si eseguono frequenti e piccoli spostamenti dalla corsia di marcia
Sono tutti segni premonitori di un incipiente colpo di sonno ed è necessario fermarsi al più presto!!!
Tra il 10 ed il 20% degli incidenti stradali avvengono per un colpo di sonno
Tra le cause più frequenti: ever dormito poco e male il giorno prima del viaggio, la monotonia e l'eccessiva regolarità del viaggio, il viaggare di notte e da soli (soprattutto tra mezzanotte e le 6 del mattino), la guida sotto sole abbagliante e con temperatura in macchina troppo alta, la guida nella nebbia, i pasti troppo abbondanti e grassi, il consumo di alcolici e l'assunzione di farmaci
Consigli pratici per la prevenzione degli incidenti da colpo di sonno.
Quando si viaggia alla guida di un veicolo ed iniziano a manifestarsi quei segnali che ci avvertono di una diminuzione del livello di vigilanza il miglior consiglio è fermarsi quanto prima.
Durante la sosta, la prima contromisura consigliata consiste nella assunzione di caffeina alle dosi di 150 mg (due tazze).
Se si associa un sonnellino di 15 minuti si ha un effetto più marcato e duraturo che se si adotta uno solo di questi metodi.
L'efficacia di un sonno di 15 minuti di sonno è dimostrata da studi su lavoratori soggetti a turni notturni: la diminuzione degli incidenti stradali nei lavoratori che hanno effettuato un sonnellino prima di iniziare il turno è pari al 40% rispetto alla media.
E' interessante sottolineare inoltre che è stato dimostrato come un sonnellino maggiore di 20 minuti non produce insultati migliori ma può portare a difficoltà di risveglio ed inerzia da sonno.
Sulla base di queste osservazioni possiamo stilare un decalogo da seguire per la prevenzione degli incidenti stradali e/o lavorativi da colpi di sonno:
Misure preventive prima del viaggio
Evitare la guida notturna quando possibile
Dormire adeguatamente la notte precedente
Non bere alcoolici
Identificare e curare le malattie che provocano sonnolenza
Misure preventive durante il viaggio
Quando compaiono facile distraibilità con incapacità a ricordare l'ultimo tratto di strada percorso, sbadigli ed ammiccamenti frequenti, strofinamento degli occhi e del viso, automatismi gestuali come modificare la postura o grattarsi gli arti superiori ecc... fermarsi immediatamente.
Scritto da OtoRinoLaringoiatri Associati . Pubblicato in Disturbi del Sonno
OSAS = Obstructive Sleep Apnea Syndrome (sindrome da apnea ostruttiva del sonno)
I disturbi del sonno sono causa di eccessiva sonnolenza diurna che la American Sleep Disorders Association definisce come la "Necessità di dormire irresistibile, non desiderata, non procrastinabile, inappropriata e persistente nelle ore diurne".
Scritto da OtoRinoLaringoiatri Associati . Pubblicato in Disturbi del Sonno
Rispondendo alle domande di questi due semplici questionari potrete valutare da soli se i vostri disturbi del sonno richiedano una consulenza in un centro specializzato.
Scritto da OtoRinoLaringoiatri Associati - dott. f. mancini, dott.ssa m. sacchi. Pubblicato in Altro
Importanza della seconda dose del vaccino per COVID Pfizer e Moderna
I nuovi vaccini per prevenire la malattia da Coronavirus-19 (COVID-19) sono molto efficaci ma è stata avanzata l’ipotesi di ritardare la seconda dose per somministrare ad un più ampio numero di persone la prima dose.
La seconda dose è indispensabile e deve essere somministrata
Come funzionano i vaccini?
L’mRNA del virus viene riprodotto in laboratorio e inoculato cosìche, raggiungendo le cellule del nuovo ospite, possa portare alla sintesi di pezzi di proteine: i peptidi. I peptidi lasciano la cellula dove sono stati sintetizzati ed a questo punto il sistema immunitario può iniziare a produrre anticorpi.
Perché somministrare due dosi?
Quando i vaccini sono stati testati sull’uomo per la prima volta, si è osservata una reazione immunitaria debole dopo la prima dose ed una forte dopo la seconda. In seguito, gli studi in pazienti sulla efficacia del vaccino sono sempre stati effettuati su persone che avevano ricevuto due dosi, dimostrando una eccellente capacità dei vaccini di proteggere dal COVID-19, mentre nessuno studio è stato effettuato riguardo l’efficacia di una sola dose.
Controversie sulla necessità di una seconda dose
La gravità della malattia e la sua rapida diffusione in tutto il mondo a fronte di una capacità tecnica ridotta di produrre vaccini ha portato a pensare di effettuare a più persone possibili la prima dose, ritardando la seconda, per consentire lo sviluppo rapido una certa forma di immunità. In realtà essendo debole l’immunità generata dalla prima dose, questo potrebbe incrementare lo sviluppo di varianti virali resistenti al vaccino, oltre a non sapere che protezione un’unica dose possa garantire. Tutto ciò è ancora oggetto di studio
Quando deve essere somministrata la seconda dose?
Si raccomanda di somministrare la seconda dose fra le 3 e le 4 settimane successive alla prima dose. In casi particolare anche con intervallo più lungo ma mai più precocemente.
Le varianti del virus possono ridurre l’efficacia del vaccino?
Al momento le varianti del virus ne aumentano la contagiosità ma non si modifica la modalità di produrre la malattia. I vaccini oggi disponibili sono studiati per produrre anticorpi verso numerose componenti del virus e perciò sono efficaci comunque. Comunque, le industrie farmaceutiche stanno già studiando vaccini per le nuove varianti.
Tratto da: Edward H. Livingston, MD,. JAMA, March 2, 2021 Volume 325, Number 9-898, Jama Patient Page
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Tratto da:
A recurrent question from a primary care physician: How should I treat my COVID-19 patients at home?
Perico, F. Suter, G. Remuzzi* Clin Med Invest, 2020 vol 5: p. 1-8
In questo recente articolo pubblicato con il Prof. Remuzzi et. al. si tenta di dare risposta ad una domanda che assilla i medici non ospedalieri quando di fronte ad un paziente positivo al SARS-CoV-2: come trattarlo quando non presenta sintomatologia che richieda il ricovero? Ci sembra particolarmente interessante per districarsi nella pratica quotidiana.
L’infezione da SARS-CoV-2 può determinare una ampia gamma di manifestazioni cliniche: infezione asintomatica, malattia lieve delle prima vie aeree fino a polmonite virale grave con il rischio di morte.
Numerosi sono gli studi di ricerca sui farmaci da utilizzare per i pazienti ricoverati, ma non meno importanti devono essere gli sforzi per definire una terapia efficace da somministrare a casa ai pazienti con sintomi lievi ed all’esordio della malattia il più precocemente possibile e comunque entro i primi 5 giorni di infezione, affinché si possa contrastarne l’evoluzione e scongiurare il ricovero ospedaliero.
L’importanza di questa strategia si basa su due motivi fondamentali:
la precocità della cura consente di abbattere il rischio di evoluzione infausta,
si riduce la pressione sugli ospedali evitando il dilemma a tratti ventilato di scegliere chi ricoverare.
Il COVID-19 determina un importante processo infiammatorio generale, che comporta la comparsa di febbre, dolori muscolari e articolari. Si raccomanda pertanto l’utilizzo di antinfiammatori come
nimesulide (200 mg al giorno a stomaco pieno per un massimo di 15 giorni) oppure
celecoxib (400 mg come prima dose poi 200 mg 2 volte al giorno fino a risoluzione dei sintomi) oppure
desametasone (16 mg per 3 giorni, poi 8 mg per 3 giorni, infine 4 mg per 3 giorni)
Il quadro infiammatorio generalizzato, caratteristico del COVID-19, promuove alterazioni dei processi di coagulazione e del sistema fibrinolitico, che sono alla base della evoluzione più drammatica della malattia. Inoltre, frequentemente il paziente, pur con sintomi lievi, è particolarmente debilitato e richiede allettamento per tempi prolungati con aumento del rischio di fenomeni tromboembolici. Si raccomanda pertanto la somministrazione profilattica di
enoxieparina (4000 U al giorno per 6-14 giorni)
Nella fase precoce della malattia, l’interessamento polmonare si manifesta con una riduzione della saturazione di ossigeno del sangue valutata con il pulsiossimetro. I valori di attenzione sono saturazione inferiore a 92% e una frequenza respiratoria superiore a 14 atti al minuto. Un semplice test per valutare una iniziale disfunzione polmonare è il Quick Walking Test (camminata veloce per 20-30 metri): se la saturazione scende più del 5% vi è compromissione della funzione polmonare.
In questi casi si raccomanda di iniziare con
ossigenoterapia (8-10 litri al minuto fino al raggiungimento di una saturazione superiore al 92%, poi ridurre a 4-5 litri al minuto fino a 2,5-3 litri al minuto) controllando la saturazione ogni 30 min.
Quando si sospettano sovrapposizioni batteriche bisogna prendere in considerazione la terapia antibiotica:
azitromicina, consigliata per gli effetti antinfiammatori che si uniscono a quelli batteriostatici. Qualche preoccupazione destano i possibili effetti sulla conduzione cardiaca
levofloxacina (500 mg al giorno per 7 giorni)
In sintesi
CLASSE
PRINCIPIO ATTIVO
DOSAGGIO
DURATA
Antinfiammatori
nimesulide
200 mg al giorno
fino a 15 giorni
celecoxib
600 mg il primo giorno poi 200 mg al giorno
fino a 15 giorni
desometasone
16 mg
per 10 giorni scalando ogni 3 giorni
Profilassi
tromboembolica
enoxieparina
4000 U al giorno
6-14 giorni
Ossigenoterapia
10 – 2,5 litri/min al giorno
fino a saturazione > 92%
Antibiotici
azitromicina
1 al giorno
per 6 giorni
levofloxacina
500 mg
per 7 giorni
Qualsiasi indicazione terapeutica contenuta nell’estratto di questo articolo deve essere sempre confrontata e valutata con il proprio medico di famiglia
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Presso il nostro Studio è possibile eseguire il test sierologico rapido per la COVID-19 per informazioni telefonare al n. 011 5089275
Vi riportiamo una nota informativa sul test che ne spiega utilità e limiti. Leggetela
Il test sierologico rapido qualitativo per COVID-19
All'inizio di gennaio 2020, un nuovo coronavirus (2019-nCoV) è stato identificato come l'agente infettivo causante un focolaio di polmonite virale a Wuhan, in Cina, dove i primi casi hanno avuto il loro inizio a dicembre 2019.
I coronavirus sono una famiglia di virus rivestiti il cui genoma virale è costituito da RNA a filamento singolo; ampiamente diffusi tra esseri umani, altri mammiferi ed uccelli, causano malattie respiratorie, enteriche, epatiche e neurologiche.
Ad oggi sono noti sei ceppi di coronavirus che causano malattie nell’uomo.
Quattro ceppi del virus - 229E, OC43, NL63 e HKU1 - sono i più diffusi e generalmente causano sintomi del raffreddore in soggetti immunocompetenti.
Gli altri due ceppi - la sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus (SARS-COV) e la sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus (MERS-COV) - sono di origine zoonotica e sono stati collegati a patologie talvolta fatali.
I coronavirus sono virus zoonotici, cioè la trasmissione può avvenire tra animali e persone. I segni comuni di infezione includono sintomi respiratori, febbre, tosse, respiro corto e difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l'infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte.
Le raccomandazioni standard per prevenire la diffusione dell'infezione comprendono lavarsi regolarmente le mani, coprire bocca e naso in caso di tosse e starnuti, consumo di carne e uova soltanto dopo una cottura completa. Evitare il contatto ravvicinato con chiunque mostri sintomi di malattie respiratorie come tosse e starnuti
Cos’è il test rapido ?
Il test rapido a cassetta 2019-nCoV IgG/IgM (Sangue Intero, siero o plasma)* è un test immunologico qualitativo su membrana, per la rilevazione degli anticorpi IgG e IgM del 2019-nCoV in campioni di sangue umano intero, siero o plasma. Questo test è costituito da due componenti, un componente IgG e un componente IgM. Nel componente IgG, l'IgG antiumano è rivestito nella zona della linea di test IgG. Durante il test, il campione reagisce con le particelle rivestite di antigene 2019-nCoV all’interno della cassetta di test. La miscela migra quindi verso l'alto sulla membrana cromatograficamente per azione capillare e reagisce con l'IgG antiumano nella zona della linea di test IgG, se il campione contiene anticorpi IgG a 2019-nCoV, una linea colorata comparirà nella zona della linea di test IgG. Allo stesso modo, il componente IgM antiumano rivestito nella regione della linea di test IgM, per cui se il campione contiene anticorpi IgM del 2019-nCoV, il complesso coniugato-campione reagisce con l’IgM antiumano, per cui comparirà una linea colorata nell’area della linea di test IgM. Se il campione non contiene anticorpi del virus 2019-nCoV, non comparirà alcuna linea colorata in nessuna delle aree delle rispettive linee di test, indicando un risultato negativo. Con la funzione di controllo procedurale interno, una linea colorata comparirà sempre nella zona della linea di controllo, indicando che è stato aggiunto il volume corretto di campione e che la membrana è stata imbevuta.
Le IgM sono gli anticorpi che compaiono per primi durante un’infezione (in media tra 3 e 5 giorni dall’inizio della malattia) mentre le IgG compaiono in un secondo tempo (tra 12 e 25 gg dopo la comparsa dell’infezione) persistono a lungo anche dopo la guarigione ed indicano di solito lo stato di immunità del paziente. Purtroppo per il sars CoV2-2019 non sono note la durata né il grado di immunità determinate dalla presenza di IgG e neppure se il paziente portatore di questi anticorpi sia realmente protetto dalla malattia o in grado di trasmettere ancora il virus.
* kit prodotto da Screen Italia srl, Via dell’Artigianato 16, 06089 Torgiano (PG), Italia, REF: INCP-402S
Quali sono i limiti dell’esame?
Si tratta di un test INDIRETTO, quantitativo, che mette in evidenza la risposta del sistema immunitario all’infezione. A seguito del contatto con il virus l’organismo produce anticorpi specifici IgG e IgM SARS-COV-2. Il dosaggio di questi anticorpi consente semplicemente di valutare l’eventuale avvenuto contatto con il virus e non rileva direttamente la presenza del virus nell’ospite (ottenibile soltanto mediante la ricerca diretta dell’RNA virale su tampone naso-faringeo).
Il test rapido 2019-nCoV IgG/IgM (Sangue Intero, siero o plasma) indicherà la presenza dei soli anticorpi IgG e IgM relativi al virus 2019-nCoV, qualora presenti nel campione analizzato, e non deve essere utilizzato come unico criterio per la diagnosi delle infezioni da 2019-nCoV. Come per tutti i test diagnostici, i risultati devono essere valutati tenendo in considerazione gli altri dati clinici a disposizione del medico
Sulla base dei dati riportati sino ad ora in letteratura, si può ritenere che il dosaggio degli anticorpi di tipo IgG abbia una sensibilità clinica superiore al 91% con una specificità superiore al 97%, mentre l’utilizzo combinato con il dosaggio degli anticorpi di tipo IgM ha una sensibilità superiore al 95% con una specificità del 96%.
Il TEST HA RISULTATO POSITIVO
Anticorpi IgM Presenti / IgG Assenti: probabilità alta dicontatto molto recente con il virus, ma comunque superiore ai 3 -5 giorni.
Anticorpi IgG Presenti / IgM Presenti: probabilità alta di contatto recentecon il virus, in un periodo antecedente di circa 12 – 25 giorni.
Anticorpi IgG Presenti / IgM Assenti: probabilità alta di contatto pregresso(almeno antecedente ai 20 – 25 giorni). ma non implica necessariamente che gli anticorpi siano neutralizzanti, che una persona sia protetta e per quanto tempo, e che la persona sia guarita.
Il TEST HA RISULTATO NEGATIVO
Anticorpi IgG e IgM sono entrambi assenti
alta probabilità di assenza di contatto con il virus,
oppure infezione recentissima in cui non è ancora iniziata la produzione di anticorpi né sono ancora comparsi sintomi. Se questi fossero presenti il test andrà ripetuto dopo una settimana
mancata risposta immunologica dopo l’infezione
COSA FARE SE IL TEST E’ POSITIVO?
Mettersi in contatto con il proprio Medico di Famiglia. Potremo chiedervi di fornirci i suoi recapiti telefonici o mail per comunicargli direttamente o via mail PEC il risultato del vostro esame e le vostre genralità affinche possa essere attivato il protocollo previsto dallle leggi e dai regolamenti in vigore per l’emergenza COVID-19
Il medico di famiglia valuterà se avete necessità di cure
DOVRETE ritornare al vostro domicilio ed attenervi all’isolamento domiciliare fiduciario finchè non sarete stati sottoposti a due tamponi naso faringei ripetuti a distanza di 24 ore uno dall’altro che dovranno essere risultati negativi
Durante l’isolamento domiciliare dovrete e seguire le indicazioni che vi fornirà il medico di famiglia circa i sintomi, le caratteristiche di contagiosità, le modalità di trasmissione della malattia, le misure per proteggere gli eventuali conviventi
Il testo è estratto ed adattato dal foglietto illustrativo Screen Test Covid-19 2019-nCOV IgG/IgM, test rapido prodotto da Screden Italia srl www.screenitalia.it
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Noi ci vacciniamo contro l''influenza e tu? Vaccinarsi è proteggere se stessi e gli altri!!
Le buone ragioni per farlo....
E' già iniziata l'epidemia influenzale e la settimana scorsa ne soffrivano già quasi 120.000 persone, colpite soprattutto in Piemonte e Calabria. L'influenza non deve essere sottovalutata perchè ogni anno è responsabile nel mondo di 3-5 milioni di casi gravi e di circa mezzo milione di decessi. Solo in Europa è stata responsabile di almeno 70.000 morti ogni anno e non se ne deve dimenticare anche l'impatto economico calcolato in più di 50 milioni di eruo l'anno per milione di persone, tra giornate lavorative perse, spese mediche e ricoveri ospedalieri. Nell'ultima epidemia in Italia si è raggiunto il picco epidemico più alto degli ultimi 15 anni con 160 decessi di cui due donne in gravidanza e 744 casi gravi. Questi dati si riferiscono alle epidemie di influenza e non considerano le pandemie più gravi e pericolose come la Spagnola, l'Asiatica, la Hong Kong, la Russa ed ultima l'Influenza A del 2009-2010)
Le categorie maggiormente a rischio nelle epidemie influenzali sono gli ultra 65enni (tra il 70 ed il 90% dei decessi appartengono a questo gruppo di età), i bambini tra 6 mesi e 5 anni e le donne in gravidanza (che hanno rischio di malformnazioni fetali e di influenza più grave nei loro bambini appena nati). Il rischio di complicanze dall'influenza cresce per coloro che soffrono di malattie concomitanti come diabete o malattie cardiovascolari e respiratorie (asma e Malattia polmonare ostruttiva cronica). Possono sottoporsi e dovrebbero farlo, anche i pazienti in trattamento chemioterapico per tumore (secondo modalità che l'oncologo o ilmedico di famiglia potranno spiegarvi in dettaglio) Considerate, ad esempio, che il diabetico con l'influenza ha un rischio da 3 a 6 volte maggiore di andare incontro a complicanze dell'influenza e di morire
Tutti dovrebbero vaccinarsi e per primi gli operatori sanitari obiettivo primo dei virus e veicolo dell'infezione se non vaccinati. Secondo il Ministero della Sanità l'obiettivo è quello di raggiungere almeno il 75% della popolazione vaccinata. Oggi purtroppo ne siamo lontani e solo il 15-16% della popolazione sana si vaccina mentre sopra i 65 anni la percentuale è più alta, intorno al 50% ma ancora troppo bassa rispetto alle medie degli altri paesi.
Nessuno dovrebbe morire per una malattia che può essere prevenuta con la vaccinazione !!!
Quale Vaccino?
Il vaccino quadrivalente è consigliato dalla OMS tra i 6 mesi e 70 anni mentre oltre quest'età si consiglia il vaccino trivalente coadiuvato
Qual'è la differenza?
I virus dell'influenza causa di epidemie e pandemie sono il TIPO A ed il TIPO B indentificati ulteriormente in vari sottotipi. Le varie epidemie influnenzali degli ultimi anni hanno visto la prevalenza di uno dei due tipi in modo imprevedibile ma entrambi sono stati presenti. Nel vaccino quadrivalente sono presenti due sottotipi del virus A e i due sottotipi del virus B che possono essere responsabili dell'epidemia. Nel vaccino trivalente è invece presente un solo sottotipo del virus B e questo garantisce una copertura meno efficace.
Come facciamo a sapere quali vaccini saranno efficaci?
L'epidemia di influenza nei due emisferi si manifesta prevalentemente d'inverno e solo nelle regioni equatoriali può colpire in tutte le stagioni. La differenza di stagione tra i due emisferi ci permette di sapere quali ceppi virali saranno responsabili della prossima epidemia e ci permette di preparare i vaccini più adatti. Nonostante questo è possibile che i virus durante l'epidemia possano modificarsi leggermente ma i vaccini ci garantiscono comunque una migliore risposta anticorpale anche in questi casi.
Il vaccino è pericoloso?
NO!!! Non sono riportati in letteratura casi di correlazione diretta tra vaccino antinfluenzale e morte. Ci possono essere reazioni avverse locali e generali in percentuali molto basse e scarsamente gravi. NON CREDETE ALLE FAKE NEWS, fidatevi dei dati ufficiali emessi da organizzazioni mondiali indipendenti e dei sistemi di vigilanza messi in atto dai diversi governi a livello mondiale.